giovedì 5 agosto 2010

Posillipo

Una celebre canzone[1] recita “Che mm'hê purtata a fá 'ncoppo Pusilleco, si nun mme vuó' cchiù bene?


Posillipo dunque non concede spazi a chi non ama più, è un luogo di rara bellezza, dove il panorama è l’emblema stesso di Napoli, dove il respiro sembra mutare la sua essenza e diventare estasi totale.
I napoletani tendono a considerare la zona come elitaria e privilegiata, la Napoli alta e perbene, distante dunque dai vicoli rumorosi, dal caos del centro storico e dalle crepe dei sobborghi.
In realtà Posillipo è Napoli, perché è mare, è panorama, è oblio (il suo stesso nome, derivante dal greco Pausilypon, letteralmente significa "che fa cessare il dolore”).: non è composta di un solo lato, ma è meravigliosa proprio perché contraddittoria e variegata.
La zona vanta diversi monumenti e località di interesse storico-artistico: il Parco Virgiliano (già Parco della Rimembranza); importanti ville sul mare come Villa Rosebery, residenza estiva del Presidente della Repubblica italiana; costruzioni romane (tra cui la villa di Publio Vedio Pollione) che permettevano, attraverso una galleria detta Grotta di Seiano, di raggiungere i porti romani di Pozzuoli, Portus Julius e Miseno.
Nel quartiere si stagliano edifici eleganti e signorili, discese a mare, costoni a strapiombo sull’acqua che lo rendono meta di turisti e sogno ambito per i napoletani.
Uno dei luoghi più belli di Posillipo è la chiesa di S. Antonio, raggiungibile attraverso le cosiddette “tredici rampe di S. Antonio”: il santuario si trova in uno dei luoghi più suggestivi della città partenopea, vera e propria cartolina, immagine di intenso splendore.
Anche in Omero ritroviamo Posillipo: è uno dei luoghi in cui Ulisse approda seguendo l’itinerario suggeritogli dalla maga Circe.
La zona, con le sue naturali bellezze, aveva il potere di lenire gli affanni dell’animo e di dare pace al cuore: dopo secoli pare che questa magia non sia mai mutata, e che davvero osservando il mare in un qualunque punto del quartiere, la mente si rilassi e lo spirito si distenda.



[1] L’addio, scritta da Libero Bovio, e presente anche nella sezione “Napoli in musica” di questo blog.


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