martedì 6 luglio 2010

A Marechiaro




“Ammore, ammore portame stasera ‘ncoppe a ll’onne chiare ‘e Marechiaro”

(Suonno a Marechiaro, Fiore-Vian, 1957)







Amare Napoli non è cosa facile, amare a Napoli sembra invece quasi d’obbligo, perché Napoli è una città che appassiona, arde e conduce l’animo a perdersi tra i suoi vicoli rumorosi, tra le strade ricche di mare e di sole, negli autobus affollati, e nei silenzi di un pomeriggio domenicale.

La città partenopea è un variegato mosaico dai mille colori, dalle indicibili sfumature, dalle impagabili attese, dai panorami ineguagliabili, ed è proprio in uno dei suoi luoghi più famosi, nel borgo di Marechiaro, nel quartiere Posillipo che la realtà diventa poesia, musica, tradizione e la fenestella è da sempre il suo simbolo.

È la stessa finestra che, negli ultimi anni del 1800, ispirò a Salvatore Di Giacomo uno dei capolavori immortali della canzone napoletana, A Marechiaro.

La canzone di Di Giacomo è una cartolina dell’omonimo borgo della città, una fotografia mai scontata e sempre attuale di una zona famosa per lo splendido panorama che offre dell’intero golfo di Napoli, del Vesuvio, della Penisola Sorrentina e di Capri: primi amori, ricordi, giuramenti, promesse d’amore eterno sotto un cielo stellato e con una luna che “quando spunta a Marechiaro” scatena forti emozioni.

Una finestra che ha sempre un garofano rosso sul suo davanzale, simbolica lapide in memoria della canzone che ha reso famoso in tutto il mondo uno dei posti più conosciuti di Napoli: locali, ristoranti, pizzerie, il fascino della vita notturna, ma anche la luna che di sera si specchia nell’acqua e sfuma il mare di colori unici e il rumore delle onde che si infrangono a riva, con le barche dei pescatori rovesciate sulla spiaggia in attesa che una nuova giornata cominci.

Marechiaro è queste immagini e non solo, scatti reali e fotografie fissate nella memoria collettiva dei napoletani e di quanti, almeno una volta nella vita, hanno visitato questo magico borgo di pescatori; è amore, passione, storia, mito, movida, un posto incantato da visitare almeno una volta nella vita.

Ecco questo è Marechiaro: un sogno, una suggestione, una magia che si perde nella frenesia del quotidiano, nei problemi di ogni giorno, e che fa perdere chi ci capita, come il profumo di un loto in fiore.

Ogni volta che si guarda questo scenario, è come sentire lo stesso accordo di un magico strumento, che entra nel cuore, rimbalza nell’animo, e lascia stupiti, vibrando immortali accordi per una donna amata.

E Napoli è come una donna amata: in un attimo dimentichi ogni offesa subita, ogni torto, perché la sua bellezza ti trascina, ti suggestiona, ti incanta,ti imprigiona.

Napoli è una donna che colpisce e non sai come: l’unica cosa certa è che, dopo averla incontrata, non sarai più lo stesso.

“E’ ‘na musica ‘stu mare ca nisciunu professore ‘ncopp a cart po’ stampà!”

(Marechiaro marechiaro, Murolo-Forlani, 1962)

A Marechiaro


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