mercoledì 21 luglio 2010

Borgo Marinari



(Immagine con la gentile concessione di Ciro Iovine)


Un luogo romantico è il frutto di un ricordo, l’immagine concreta di un’emozione che diventa un insieme di sensazioni e paesaggi che, con lo scorrere del tempo, si trasformano in fatti ed esperienze.
Passeggiando per via Caracciolo, pare che la mente si muova a poco a poco, i gesti diventano pian piano tangibili, reali, concreti, le parole echeggiano nell’aria mattutina, come battiti schiacciati, come voci sommesse.
Poi, improvvisamente, le immagini diventano limpide e palpabili, come l’arrivo inaspettato della primavera, oltre il cemento, oltre il traffico, oltre il rumore.
Il mare domina incontrastato, è la bellezza di una città che sorge, muore e poi rinasce, in uno sguardo attento ed accorto, in un sorriso di attenzione, in un sospiro di sollievo.
Un istmo di antica memoria collega Borgo Marinari alla terraferma: è un porticciolo turistico con un’anima pittoresca ed intrigante, ricco di ristoranti tipici e bar, uno dei luoghi più intensi e suggestivi del panorama partenopeo.
Dalle finestre dei diversi alberghi di lusso della zona, il borgo appare in tutto il suo splendore come un dipinto dalla luce sempre diversa, dal cuore perennemente in festa.
Il borgo racchiude in sé le diverse anime napoletane: storia, leggenda, divertimento, turismo e cultura, è un mondo colorato e affascinante dalle varie sfumature.
La sua natura multiforme lo rende suggestivo e magico, sfondo ideale per innamorati, meta di turisti, rifugio per i buongustai, porto di riflessione per i nostalgici.
Scoprire Napoli è come scartare un regalo inatteso, ogni scorcio genera un battito diverso, uno sguardo crea  mille sensazioni, inesplicabili pensieri e la mente viaggia veloce, pensa ad un amore tradito, ad una sirena spiaggiata, ad una dea che rinasce da sé, Partenope genera Partenope.
E’ sulle ceneri della sirena, infatti, secondo la leggenda portata dalle onde proprio a Borgo Marinari, che ha origine la città, per rendere eterno il mito di Partenope.



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