sabato 11 settembre 2010

Innamoràti di Napoli - Erri De Luca - Capitolo 4

"Innamoràti di Napoli": schede di uomini che hanno fatto la storia, propria o del proprio paese, ma sempre con Napoli nel cuore, da chi è nato a Napoli ma è divenuto famoso in Italia (e spesso nel mondo), a chi da Napoli è stato solo adottato, ma, amato dal mondo, ha scelto di amare solo la città di Partenope. L'amore - disse qualcuno - è l'unica cosa che, se condivisa, aumenta; e loro, gli innamoràti di Napoli, hanno portato e portano la passione di questa città e per questa città in Italia e nel mondo. Ma quale Napoli è rimasta loro nel cuore? E quale Napoli tentano di mostrare al pubblico? Questo tenteremo di scoprirlo man mano, con un personaggio per ogni capitolo.

Erri de Luca, classe 1950 è scrittore, poeta e traduttore. Egli pubblica il suo primo romanzo all’età di quarant’anni, dopo aver fatto diversi e faticosi lavori, la poesia diventa quindi approdo e rifugio, la lingua ebraica strumento di distrazione ed evasione. Collabora a diversi giornali tra cui pubblica il primo romanzo nel 1989, a quasi quarant'anni, Non ora, non qui, una rievocazione della sua infanzia a Napoli. Regolarmente tradotto in francese, spagnolo, inglese, tra il 1994 e il 2002 riceve il premio France Culture per Aceto, arcobaleno, il Premio Laure Bataillon per Tre Cavalli e il Femina Etranger per Montedidio. Collabora a diversi giornali (La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Avvenire, Gli Altri) e oltre ad articoli d'opinione, scrive occasionalmente anche di montagna. Nelle sue pagine si percepisce il forte legame con la città partenopea, il sofferto distacco da essa, l’impossibilità di trovare una nuova patria, una nuova città, perché chi si allontana da questi luoghi diventa irrimediabilmente un “Napolide”.


(per la foto si ringrazia "La stanza di Marlene")


Il nostro blog nasce dall’intento di promuovere la città di Napoli, attraverso il mito di Partenope, presentandola come città dell’amore eterno, in quanto frutto di un amore negato. Una delle sue frasi ci ha particolarmente colpito, diventando l’incipit del nostro primo post: “Com'è importante stare a due, maschio e femmina, per questa città. Chi sta solo è meno di uno”.

Perché Napoli è da vivere in due?

Vivere in due non dipende da un luogo, ma da un incontro. Fatta questa alleanza si può vivere ovunque. Staccato da Napoli e senza presenze a fianco mi sono infilato volentieri dentro il deserto di una montagna, nelle pagine dei libri letti, in quelle dei quaderni che riempio. Vivere in due è buon formato di combattimento nel mezzo al trambusto, io ho conosciuto la comunità degli insorti, dei rivoluzionari del secolo scorso e poi l'isolamento,perciò m'intendo poco delle coppie.

La sua infanzia trascorsa nella città partenopea è stata indubbiamente fonte di ispirazione e “materiale” per i suoi scritti; oggi vivendo altrove, quale Napoli porta nel cuore e tende a proporre?

Montedidio ,dove sono cresciuto fino a 11 anni. Lo porto nel labirinto dell'orecchio, nella mucosa nasale, nelle febbri che mi hanno svuotato in una terra d'Africa a sud dell'equatore. Lo porto in ogni fotografia in bianco e nero in cui riconosco i colori dell'infanzia.

Quale luogo di Napoli, per Erri de Luca uomo, simboleggia l’amore?

Nessuno. L'amore mi è capitato nell'isola d'estate e poi lontano da Napoli. Altri sentimenti si sono formati al tempo della crescita, la compassione, la vergogna, l'ammirazione, l'ira. La mia educazione sentimentale si è svolta nella mischia di Napoli ch'era città del sud non solo dell'Italia ma del mondo. Invece di un luogo di Napoli amo il dialetto, la mia lingua madre, parlata con mia madre fino ai suoi ultimi giorni. In sua assenza si sta ammutolendo nel mio fiato, me ne resta un residuo di canzoni

Secondo noi, Napoli è come la donna che si ama, nonostante le difficoltà, i difetti, le ferite subite, non si può smettere di amarla e forse la si ama ancora di più proprio perché contraddittoria, crede che questa natura estremamente complessa sia un vantaggio per i cittadini o un problema?

In caso di amore succede di amare principalmente i difetti, le mancanze. Si cerca di proteggerli, di fare che gli altri non se ne accorgano. Vengo richiesto qualche volta di un parere pubblico su un guaio, un guasto capitato a Napoli e sempre mi spunta l'istinto di protezione di difesa. Ultimamente ho difeso la figura del cardinale Sepe dal torbido di ipotesi di accusa. Messosi a disposizione dell'autorità giudiziaria, rinunciando a prerogative e privilegi dovuti al suo rango, non è stato nemmeno convocato, a dimostrazione che si tratta di fumo anzichè arrosto. Difendendo lui, amato in città e punto di speranza per molti ,difendo il buon nome del mio posto di origine. Mi spunta a ogni occasione l' istinto di legittima difesa. Napoli oggi è una città del nord, ha la stessa quantità di rifiuti, di negozi di lusso, di immigrati di altre metropoli del nord. Ha acquisito difetti settentrionali,per esempio una certa passività di fronte alle prepotenze,una idolatria nei confronti del denaro. Ma resta corpo estraneo e perla nera in mezzo a una collana di perle d'allevamento.

Quanto è innamorato di Napoli, da 1 a 10?

Domande di gioventù, non ho l'età.









Aggiornamenti:

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