giovedì 10 febbraio 2011

Amare Napoli d'inverno


Il golfo di Napoli d'inverno

L’inverno è ormai sopraggiunto e Napoli comunque non perde mai il suo calore interno, che all’improvviso si tramuta in una splendida giornata di sole fra due giorni di pioggia e vento.
Anche il clima mostra la sua natura contraddittoria, la contraddizione di una città che se non fosse così, forse non avrebbe motivi per essere tanto amata.
Nel mese di San Valentino, degli innamorati, dei baci di cioccolata, dei lucchetti arrugginiti su Via Caracciolo, sfugge un importante particolare: nessuno può amare davvero un’altra persona, se non ama prima la sua terra.
E’ una verità che colpisce d’improvviso, come la brezza di Mergellina piacevolmente pericolosa. Se non si ama il proprio territorio, se non ci si emoziona quando il sole tramonta a Marechiaro, mentre il Vesuvio è leggermente innevato dando vita ad un pittoresco scenario, se non si sorride quando la gente esulta per strada per un goal del Matador, se non si sente una morsa allo stomaco quando ci si affaccia dalla chiesa di Sant'Antonio a Posillipo, allora non si può davvero amare.
Napoli è la prova del nove: chi la ama  la preserva, la porta con sé, la odia, soffre per lei e con lei, la ferisce e ne viene ferito, la tortura, la provoca, la istiga, l’ammira, le parla, l’ascolta, è un viaggio senza fine con mille sorprese.
Nessuno forse riesce a cogliere la sua vera essenza: la città partenopea ti sfugge, vuole essere inseguita, capita, giustificata, amata, vissuta senza limiti o pregiudizi.

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