giovedì 5 maggio 2011

Innamoràti di Napoli - Peppino di Capri - Capitolo 13

L'innamorato di questa settimana rappresenta un pezzo della musica napoletana ed italiana, un innovatore,un artista raro ed apprezzato in diverse parti del mondo: Peppino di Capri.
Giuseppe Faiella, in arte Peppino Di Capri, nasce il 27 luglio 1939 nell'isola di Capri ed è diventato popolare, a partire appunto dagli anni '60, grazie dapprima alle sue interpretazioni dei classici napoletani in chiave moderna ed in seguito ai suoi brani originali.
La sua lunga carriera vanta ben quindici partecipazioni al Festival di Sanremo sia in coppia,sia da solo, premi, numerosi 33 e 45 giri,cd,ed alcuni film.
Incontrarlo è stato un momento raro ed emozionante, un uomo dalla storia intensa e meravigliosa,un amante della sua terra, un animo nobile.

Qual è il luogo di Napoli più romantico per Peppino di Capri?
Non c’è un luogo preciso, non sono legato all’immagine di Napoli da cartolina.
Ogni innamorato crea il proprio spazio, il suo luogo ideale. Io da caprese dovrei dire Capri, ma tutto ciò che ci circonda è talmente bello, che ogni luogo si presta, ogni luogo è adatto.

Quale Napoli porta nel mondo?

Mi lego al feeling con il pubblico che si crea al momento e poi cerco di trasmettere le emozioni dal punto di vista musicale, talvolta anche in altri luoghi si comprende bene la canzone napoletana. Per esempio i siciliani l’ascoltano attentamente, il napoletano la conosce già e non ci presta più attenzione.
Parlare di Napoli e dei suoi classici musicali è un biglietto da visita che si presenta da sé, a Tokyo c’è il museo della canzone napoletana e non c‘è a Napoli.

Quanto l’essere napoletano ha influenzato la sua carriera?

Io vengo dalla piazzetta di Capri, sono nato in un ambiente ovattato, ero circondato dai cosiddetti personaggi, non li consideravo vip, ma persone che cercavano pace e riposo sull’isola.
Partendo da questo presupposto, tutto ciò che è napoletano era per me un percorso segnato, io ho portato fra i giovani la canzone napoletana. All’epoca era tutto spontaneo e familiare. Mia madre cantava le canzoni napoletane e io sono cresciuto in questo modo, mi sono trovato dentro istintivamente e spontaneamente.

Qual è il suo rapporto con Napoli e i napoletani?

Ho scelto di rimanere a Napoli, io qui sono visto come un tipo taciturno e riservato, ho scelto una mia dimensione e sono rispettato. Credo sia il caso di fare pubblicità a questo luoghi, di portare il nome di Napoli in maniera positiva, di dar luce non solo alla cattiva notizia, ma anche alla bella: pare che la bella notizia non interessi mai. Io sono considerato un po’ un cantante posillipino, in realtà Napoli è una sola.

A quale parte della storia di Napoli lei è maggiormente legato?

Io sarei voluto vivere all’epoca di Ferdinando, in una Napoli senza cemento, mi piace l’idea di una carrozzella che passeggia per il lungomare. Mi piace pensare alla nascita della musica in questo periodo, alle melodie viscerali che prendono vita.

Quanto è innamorato da Napoli da 1 a 10?

Io direi 7, perché 7 è la media fra le cose belle e le cose meno belle.
Quando atteri a Napoli soprattutto di sera, lo spettacolo è meraviglioso, vorrei una Napoli più propensa a trasmettere al turista la sua storia, la sua musica, le sue tradizioni. A Napoli manca un posto dove sentire musica dal vivo, sono scomparsi pure i posteggiatori. Siamo stati una capitale, ora non lo siamo più.

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