"Ho sentito cantare le sirene una all'altra.
Non ho mai pensato che potessero cantare per me...
Le ho viste la largo cavalcare le onde
Pettinare la candida chioma delle onde risospinte
Quando il vento rigonfia l'acqua bianca e nera...
Ci siamo attardati troppo nelle camere del mare
Vicino alle sirene incoronate d'alghe rosse e brune...
FINCHE' LE VOCI UMANE CI SVEGLIANO.
E NOI ANNEGHIAMO."
(T. S. Eliot - Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock)
Continua la collaborazione di "Fall in love with Napoli" con storici e studiosi della sirena e del suo rapporto con Napoli. Dopo Elisabetta Moro è la volta di un altro insigne docente, Luigi Spina, che per anni ha avuto la cattedra di filologia classica dell'università Federico II di Napoli ed autore, insieme a Maurizio Bettini, proprio di un libro sulle Sirene ("Il mito delle Sirene: immagini e racconti dalla grecia ad oggi" tra l'altro presente nella nostra bibliografia). Di seguito raccogliamo le sue riflessioni su Napoli e sul capoluogo partenopeo.
"Il mito della sirena è molto forte, viene utilizzato in diversi contesti e da diversi autori; Kafka è colui che ha rinnovato l’immagine del canto delle sirene, che diventa un silenzio delle sirene, da qui episodi come ad esempio il fatto che Ulisse diventa sordo al canto delle sirene, immagine spesso utilizzata in ambito poetico.
In un racconto scritto da un autore sudamericano intitolato “La sirena discorde”, appare una sirena innamorata di Ulisse che la seduce e l’abbandona.
Una immagine innovativa e sconcertante è presente nel palazzo dei penitenzieri, a Roma : una Sirena allattante, una figura del tutto nuova nell’ambito della tradizione iconografica riguardante le sirene.
Il mito dotto della sirena non è il mito omerico, Virgilio denomina la sirena Partenope
Dal XV al XVII sec vari eruditi napoletani hanno composto le “Cronache di Partenope”, si tratta di storiografie, in cui la città è identificata con la sirena, fondatrice della città.
La sirena moderna può essere di tutti i tipi, attualmente è utilizzata in ambito pubblicitario, dove il mito deve essere sfruttato in maniera positiva e costruttiva, basandosi sulla sua capacità di attrazione e seduzione.
La città di Napoli deve sfruttare tale mito, collegandosi all’importanza del canto a Napoli e della sua complessità che deve attrarre il turista, invitandolo a rimanere il più a lungo possibile."
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