venerdì 23 marzo 2012

"Le sirene" moderne di Vinicio Capossela - 2a parte

Premessa: scopriamo con piacere che "Le sirene" di Capossela è diventata addirittura un'app per I-phone (già presente sul nostro delicious), primo esperimento del genere nel panorama musicale italiano. Ancora una volta, la Sirena apre la strada.


Le sirene, per Capossela, raccolgono e ripropongono, amplificandolo in maniera irresistibile, tutto ciò che l'uomo ha dentro, in un tempo dilatato da situazioni eccezionali.
Le sirene nuotano, è il caso di dirlo, nell'immenso mare dei ricordi e delle sensazioni umane, portando a galla ciò che il tempo, l'abitudine e la convenzione avevano portato a tenere nascosto.
In cosa consiste la seduzione, quindi? Nel lasciarsi andare, quasi etimologicamente (sedurre deriva dal latino se-ducere, ovvero "portare lontano - spesso dalla via maestra -), a questa enorme massa di giudizi, di amori e di sentenze.
Potere delle sirene è di agire su questa enorme massa, plasmandola a piacimento: partire dal meglio del passato (aiutate, non a caso, da "Mnemosyne", dea della memoria), cantare la vanità del presente e sentenziare un terribile futuro: così è scritto, così sarà, inutile ribellarsi; tanto vale arrendersi e, ancora una volta, lasciarsi andare.
La sirena è nella birra, nella notte, nella veglia, nella strada, e in tutte le situazioni poco controllate che sciolgono i pensieri e li lasciano andare; i suoi nemici sono "la casa" e "l'abitudine", i porti sicuri delle nostre convenzioni mentali.
In breve le sirene sono dentro di noi, create da noi, con volti a nostra immagine e somiglianza. Sono ciò che siamo ma che non deve esistere: gli amori vissuti e infranti, l'ambizione provata e delusa, tutte le volte, insomma, che siamo stati a due passi del cielo e ci siamo trovati a vivere per terra.
Le sirene sono la verità, e l'ammissione che questa non potrà cambiare: un'ammissione così potente e inaccettabile che, una volta rivelata, più niente ha senso, e tutto si perde nell'oblio dell'infinito richiamo delle Sirene.



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